
03 Jun Arte Ottobre 2024
Sculture monumentali e dipinti di un ``costruttivista corrotto`` fuori schema
In quell’ondata di novità che, durante gli anni Sessanta, investe e rivolta la scultura, ampliandone il campo d’azione e moltiplicandone i materiali, è presente anche Mark di Suvero. Conosciuto per le sue monumentali strutture in acciaio, verniciate con l’inconfondibile colore rosso e collocate in spazi aperti e pubblici, Di Suvero è un artista difficile da imbrigliare in una qualsiasi corrente della storia dell’arte; una storia che lui stesso ha contribuito a scrivere, sia nella sincronia operativa con gli artisti della sua generazione, sia nell’anticipazione di quanto poi codificato da quelle successive.
PERCORSO AUTONOMO. Di origini italiane – padre veneziano e madre torinese – al secolo è Marco Polo Celsio Maria Levi Schiff di Suvero –, nasce a Shanghai nel 1933, per poi trasferirsi negli Stati Uniti, dove studia filosofia ma, soprattutto, ha la possibilità di frequentare, dalla fine degli anni Cinquanta, il milieu newyorkese degli espressionisti astratti, in quel momento all’apice della notorietà. Sono anche gli anni della messa a punto della proposta New Dada, con la sua eterogeneità di materiali. Di Suvero prende le distanze da entrambi e segue la strada della grande scultura costruttiva, prima in legno, poi in metallo, che si può far risalire ad Alexander Calder, per poi proseguire con David Smith, Eduardo Chillida, Anthony Caro e Beverly Pepper.
Con quest’ultima, Di Suvero ha condiviso la vocazione pubblica della scultura e tra loro c’era anche grande ammirazione: «Mi piace Mark e amo davvero il suo lavoro». Alla luce di questa stima, Di Suvero ha “occupato” con una sua monumentale scultura, Neruda’s Gate, la piazza del Popolo di Todi, città in cui Pepper ha abitato per buona parte della sua vita.
Quelle dell’artista americano sono vere e proprie strutture metalliche costruite utilizzando non solo i mezzi meccanici più tipici del cantiere edile, come la gru, ma piegando anche l’ingegneria alla poesia. Le sue sculture sono profili architettonici aperti alla nuova estetica del costruire e a nuove possibilità di un’astrazione dello spazio.